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per chitarra (2020)

Un pezzo di vetro zigrinato; quest’oggetto, apparentemente estraneo (a cosa?), apre possibilità sonore diverse: timbriche, di modalità di articolazione, di durata.

Le mani dell’interprete esplorano lo spazio tra una zigrinatura e l’altra, e si scopre qualcosa come un grappolo di plettri che pizzicano/percuotono/scuotono le corde.

Affiorano dei rasgueados, unghie e vetro (plettri?) si confondono; la mano si sdoppia per indicarci l’origine del sogno che si insegue.

Il limite delle cose è da cercare nel nostro approccio iniziale alle cose stesse. La chitarra è ciò che io voglio che essa sia.